Ho temuto giorno dopo giorno di sentire su qualche dossier televisivo o leggere su qualche rivista enoscandalistica “anche quest’anno una vendemmia eccezionale, un’ottima annata che darà grandi vini”.
Da quando mi sono addentrata in questo enomondo ho, anno dopo anno, assistito sempre alle stesse esclamazioni entusiastiche e paradossali, per poi scoprire l’annata nel bicchiere solo a vendemmia fatta e finita e sentire i produttori o gli enologi dar colpa (giustamente) una volta alla pioggia, o alla grandine, o alle malattie per la carenza qualitativa riscontrata.
Gli addetti ai lavori affermano (e concordo pienamente) che una vendemmia la si scopre solo quando se ne avranno i frutti dentro un calice, che spesso annate in condizioni estreme hanno regalato grandi vini, mentre altre volte no; che altre annate fantastiche, metereologicamente parlando, sono state in grado di regalare buoni vini si, ma non eccezionali. C’è tutta una serie tale di variabili, che non è assolutamente pensabile, neanche umanamente, poter anticipare come evolverà la nostra uva.
Pensavo che quest’anno tutti coloro dotati di corde vocali mediatiche o penne/tasti giornalisticamente muniti, avessero trovato il buonsenso di non esordire con certe espressioni…ma la speranza è durata poco.
Su “Cronache di gusto” del 29.08.2012 si legge a un’intervista fatta a Zonin: «La quantità delle uve è più o meno la stessa dello scorso anno, nonostante ci sia stato un calo delle uve precoci che hanno sofferto di più. Stiamo cominciando a vendemmiare anche i prosecchi e ci siamo accorti che per queste uve il calo è nettamente inferiore». Questo grazie alle piogge che hanno colpito un po’ tutte le tenute di Zonin e che hanno dato “una boccata d’ossigeno alle piante”.
Cioè, vorrei capire…le piogge sono riuscite a concentrarsi tutte sulle tenute di Zonin lasciando a bocca asciutta i terreni degli altri mortali produttori???
«Le temperature la notte crollavano rispetto al giorno anche di 15 gradi ed è stato questo a far si che le uve venissero fuori sanissime…». Adesso, sarà che ricordo male io, ma sono state diverse le settimane in cui anche la notte si son toccate punte di 25 gradi (e son buona).
Fino dell’omonima azienda pugliese. «Ho sensazioni bellissime, perché le uve sono fantastiche». La quantità giusta di pioggia in primavera e qualche spruzzata in estate hanno dato alle uve gradazioni alcoliche importanti, «mantenendo però buoni livelli di ph ed una buona acidità».
Az. toscana Petrolo. «Devo dire che il caldo di quest’estate all’inizio ci ha un po’ preoccupati – dice Luca Sanjust -, ma per fortuna l’allarme siccità, almeno per quanto riguarda il nostro territorio, sembra essere rientrato».
Da quello che ho capito quindi tutti i produttori comuni, per intenderci i mortali, hanno denotato siccità, pur sottolineando uve sane prive lontane dalle malattie. Hanno detto di aver visto le loro vigne in forti condizioni di stress idrico, soprattutto in Friuli Venezia Giulia e di aver assistito al fenomeno dei grappoli impallinati, e che per chissà quale deroga divina invece i produttori immortali hanno goduto della giusta quantità di pioggia sui loro vigneti…
mahhhh…potenza del marketing e della comunicazione…
Ciao,
considerazioni ne più ne meno dettate dai numeri che questi colossi dell’enologia devono gestire. Altro da dichiarare: il produttore, forte dell’esperienza, può senz’altro azzardare ipotesi più del giornalista o di un enologo che non conosce quella determinata vigna, forse chi ha fatto quelle dichiarazioni non va in vigna e non sa. Penso che i giornalisti che sanno di ciò che si parla invece di pubblicare certe dichiarazioni per sensazionalismo dovrebbero tenerle per se. Si accorgono da soli, se hanno girato i vigneti, che le parole dette trasudano marketing da tutte le parti….almeno avessero fatto delle domande per “sgamare” tali dichiarazioni…..ah beh, si in quel caso sarebbero stati probabilmente querelati!!! Annata friulana: in calo la produzione anche del 50%. Quello che è entrato in vigna per alcuni era buono per altri piuttosto ridotto male. Dipende da quanto si è potuto soccorrere con l’irrigazione. La vinificazione, la sapienza, l’esperienza delle vendemmie fanno il resto: un buon vignaiolo o enologo non griderà all’annata del secolo, ma punta di certo a trarre il meglio di ciò che ha esaltandone i lati buoni. Conta la sensibilità nel capire cosa cogliere di una simile vendemmia. Non si può a priori dire che sarà negativa, non si può a priori dire che è ottima…..questione di buon senso.
Giustissimo Federica…fai parte di quella schiera di produttori onesti che amettono con estrema umiltà quello che sta accadendo.
Il problema vero è che ci saranno sempre gli enologi legati al marketing o ai grandi nomi che dovranno raccontare meraviglie dell’azienda per la quale lavorano e ci saranno sempre gli enogiornalisti prezzolati che diranno sempre BENE di quello o di questo pur di far notizia.
Poi c’è gente appassionata, mi ritengo di far parte della schiera, che scende in vigna, che passeggia tra i filari, che parla con i produttori e ascolta…ascolta per conoscere, capire e comprendere.
Complimenti Federica alla tua azienda e allo splendido lavoro che fat….sempre