Diciamola tutta! I francesi non ci stanno molto simpatici. La loro aria un pò snob, forse stereotipata. I loro profumi, la nouvelle cousine, le loro salsine, il loro essere sempre e ovunque, le loro sfilate, la moda…i VINI!
Ecco il tasto dolente…i vini.
E a conti fatti ci stanno antipatici perché son bravi! Si, siamo un pò invidiosi, anche se dovremmo imparare ad ammirarli. La loro viticoltura ha alle spalle secoli di storia. Le loro tradizioni, i loro obiettivi si riversano in ciò che producono.
Anche loro hanno pecche e difetti, ma spesso la loro semplice grandezza si rispecchia nei loro prodotti.
Pouilly Fumè e Sancerre sono stati protagonisti di una interessante degustazione (spesso arricchita dalle provocazioni dell’enot. Andrea Valentinuzzi che hanno scatenato non poche reazioni tra i degustatori presenti). Stesso vitigno, il sauvignon blanc, declinato in maniera diversa. Da una parte le note floreali e agrumate del primo in evoluzione a seconda dell’annata, dall’altra il profumo delle rocce, della pietra, agrumi, TDN (avete presente i vecchi riesling?) o quelle note che molti definiscono “minerali” e che tante volte non si riesce a descrivere. Quando si parla di minerale si dovrebbero avere davanti alcuni prodotti ben definiti per meglio comprenderne il significato e il Sancerre rientra tra questi.
La sapidità mai in contrasto con l’acidità, la lunghezza nei profumi e la persistenza retrolfattiva che li contraddistinguono.
Di primo acchito il pouilly fumè si mostra più difficile da comprendere, quasi troppo complesso olfattivamente per riuscirne a svelarne le sfaccettature. Il sancerre si mostra quasi subito, anche se acquista potenza con qualche anno sulle spalle. Dopo qualche ora le cose si ribaltano e l’eleganza e la sobrietà del sancerre sono quasi disarmanti.
Disarmante è constatare che a seconda del clone e della zona di produzione il sauvignon blanc si impreziosisca perdendo quelle note alle volte volgari, troppo spinte di bosso, di vegetale o pipì di gatto (si, pipì di gatto, brutto dirlo ma è quanto si riscontra in alcuni vini) che lo rendono tanto riconoscibile in alcune regioni.
Abbiamo tanto da imparare dai cugini francesi, non da invidiare…ma da imparare…e anche in fretta.
a cura di Simona Migliore
Salve, sono un’appassionata di questo vitigno, così emblematico ed eclettico, che può trasformarsi in vini eleganti, raffinati con sentori agrumati, floreali e fruttati, oppure in certi casi, con note odorose di bosso o peggio di pipì di gatto.
Desiderai conoscere quali vini avete degustato nelle due A.O.C. della Loora. Grazie, resto in attesa di leggerti al riguardo.
Saluti,
Ornella Martellato
Salve Ornella
peccato non averti avuta tra i partecipanti. I vini in degustazione erano POUILLY FUME DE LADOUCETTE 2009 e 2008, Sancerre C.LAFOND BLANC 2011, SANCERRE 2005 H.DE LA POUSSIE, POUILLY FUME 05-200ema VEND.DE Ladoucette.
Entusiasmo sensoriale allo stato puro!