Mi imbatto su un post di Maurizio Gily scritto per Mille Vigne e mi si gela il sangue (http://www.millevigne.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1003%3Ala-scomparsa-di-dubourdieu&catid=9%3Anews&Itemid=656).
Classe 1949, conoscevo Denis Dubourdieu solo per reputazione. Me ne parlava Giovanni Bigot durante l’organizzazione del Concours Mondial du Sauvignon. Mi diceva essere stato il suo punto di riferimento durante le trasferte fatte negli anni precedenti il 2005 perché “Conoscere Denis Dubourdieu personalmente mi ha dato la possibilità di parlare del Sauvignon del Friuli Venezia Giulia e delle sue potenzialità”. E’ il 2006 quando le ricerche e il lavoro condotto da Giovanni Bigot viene presentato durante una tavola rotonda e un convegno a Cividale del Friuli sul Sauvignon al quale prende parte anche Denis Dubourdieu. E’ il punto ufficiale di inizio per il Sauvignon targato FVG. Poi nel 2014 ho la fortuna di partecipare al Concours Mondial du Sauvignon a Bordeaux. E qui conosco il Professore.
L’occasione è il convegno di benvenuto ai degustatori-giudici provenienti da tutto il mondo in occasione del concorso. E ancora una volta parla di Sauvignon e degli studi condotti sulla possibilità di utilizzare il legno per l’affinamento di questa varietà prodotta in tutto il mondo. Parla in francese alternando la presentazione con battute volte a strappare un sorriso. Parla con il carisma di un professore, di una persona appassionata e dedita al suo lavoro.
Adesso avrà un bellissimo lavoro da svolgere…lassù, dovrà vegliare sui produttori e magari immaginiamolo seduto con un calice di sauvignon in mano, mentre col sorriso sulle labbra si rilassa lasciando vagare il suo sguardo su una distesa interminabile di vigneti.
Ciao Professore.